Ian Berry è nato nel Lancashire, in Inghilterra. Si è fatto conoscere in Sudafrica, dove ha lavorato per i Daily Mail e poi per la rivista Drum. È stato l’unico fotografo a documentare il massacro di Sharpeville nel 1960 e le sue fotografie sono state utilizzate nel processo per dimostrare l’innocenza delle vittime.
Henri Cartier-Bresson invitò Ian Berry a unirsi a Magnum nel 1962, quando questa aveva sede a Parigi. Nel 1964 si è trasferito a Londra per diventare il primo fotografo a contratto dell’Observer Magazine. Da allora gli incarichi lo hanno portato in tutto il mondo: ha documentato l’invasione della Cecoslovacchia da parte della Russia, i conflitti in Israele, Irlanda, Vietnam e Congo, la carestia in Etiopia e l’apartheid in Sudafrica. L’importante lavoro prodotto in Sudafrica è rappresentato in due dei suoi libri: Neri e Bianchi: L’Afrique du Sud (con prefazione dell’allora presidente francese Fran&ois Mitterrand) e Living Apart (1996). Nell’ultimo anno, i progetti hanno riguardato la schiavitù infantile in Ghana e l’industria della pesca spagnola.
Tra gli incarichi editoriali più importanti figurano quelli per National Geographic, Fortune, Stern, Geo, le riviste domenicali nazionali, Esquire, Paris-Match e LIFE. Ian Berry ha anche raccontato le trasformazioni politiche e sociali in Cina e nell’ex URSS.