Anton Corbijn, messa in scena

“Staged” mette in risalto i processi di costruzione dell’immagine che caratterizzano il lavoro di Anton Corbijn (Strijen, Paesi Bassi, 1955).

La mostra presenta una selezione di immagini tratte da due serie fotografiche di impronta concettuale, per poi essere completata dall’affascinante paesaggio umano raccolto da Corbijn nel corso di quarant’anni di carriera.

Anton Corbijn
Anton Corbijn, messa in scena (foto Ansa) – Eatalyarthouse.it

Maestro del ritratto, il fotografo è noto soprattutto per il suo straordinario lavoro di documentazione umana svolto nel corso degli anni, che lo ha portato a essere il biografo visivo delle più grandi star della scena musicale, cinematografica e artistica contemporanea internazionale.

Anton Corbijn la mostra

Molti di questi ritratti sono diventati il ​​volto ufficiale degli idoli delle generazioni nate e cresciute dalla fine degli anni Settanta, tra cui Johnny Cash, Kate Bush, David Bowie, Nick Cave, Joy Division, Rolling Stones, Tom Waits e soprattutto U2 e Depeche Mode. Tra i protagonisti cult della new wave degli anni Ottanta, sono proprio questi ultimi, infatti, a rappresentare l’esempio lampante di un particolare sodalizio tra fotografo e soggetto, che nel loro caso si concretizza in oltre venti videoclip e oltre trentacinque anni di reportage fotografico.

La mostra mette in luce anche le sperimentazioni artistiche di Corbijn. Con 33 Still Lives, il focus torna sul soggetto: protagoniste sono le celebrità che Corbijn ha realmente incontrato e immortalato, creando mise-en-scène – brevi sceneggiature one-shot – che trascinano i soggetti fotografati in nuove narrazioni, oltre i cliché delle immagini patinate. Si tratta di composizioni dal sapore e dal colore filmico, che rivisitano la fotografia ritrattistica in chiave più narrativa e al tempo stesso visionaria.

Nella serie a. somebody, invece, Corbijn trasforma la propria immagine, vestendo gli abiti di personaggi iconici del rock internazionale prematuramente scomparsi. Un viaggio attraverso la carriera di Corbijn, creato attraverso i volti delle persone che l’hanno composta e ispirata.

Anton Corbijn (Strijen, Paesi Bassi, 1955) ha iniziato a fotografare nel 1972. Nel 1979 si è trasferito a Londra e ha iniziato la sua collaborazione con il New Musical Express, che è durata fino al 1985, mettendolo in contatto con personaggi come gli U2 e i Depeche Mode. Dal 1980 lavora come freelance con i principali rappresentanti della scena musicale internazionale, girando anche numerosi videoclip pluripremiati.

Nel 2007 ha realizzato il suo primo lungometraggio: Control, dedicato alla vita di Ian Curtis dei Joy Division, seguito da The American (2010) con George Clooney, The Spy – A Most Wanted Man (2014) con Philip Seymour Hoffman e Life (2015) con Robert Pattinson, dedicato all’amicizia tra il fotografo Dennis Stock e James Dean.

Nel frattempo cresce anche la sua fama internazionale di fotografo, testimoniata dalle numerose mostre in spazi istituzionali quali C/O Berlin (Berlino), Bucerius Kunst Forum (Amburgo), Fotografiska Museum (Stoccolma), FOMU (Anversa), Gemeentemuseum (L’Aia), Stedelijk Museum (Amsterdam), Palazzo Fortuny (Venezia), Galleria d’Arte Moderna di Bologna, Castello di Rivoli (Torino).

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